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Salire sul carro dei vincitori

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La vittoria di Paolo Sorrentino e del suo La grande bellezza ai Gloden Globes mi ha stupito parecchio. Mi stupirò ancora di più quando domani me lo ritroverò candidato nella cinquina come Migliore film straniero agli Oscar 2014.

Sono un appassionato di cinema e come avrete avuto modo di leggere su questo blog, spesso mi cimento in recensioni, previsioni di candidature agli Oscar e nei vari festival in giro per il mondo.

Da tempo seguo con interesse le varie candidature per la categoria di Miglior film straniero e il film di Sorrentino mi sembra totalmente fuori dalle scelte effettuate in questi ultimi anni: considerando le ultime cinque edizioni, sono state premiate pellicole trattanti il rapporto uomo – donna in età avanzata(Amour di Micheal Haneke, Oscar l’anno scorso), il dramma dell’allontanamento in un contesto di guerra(Una separazione di Asghar Farhadi, Oscar nel 2012), il tema della punizione dei malvagi(In un mondo migliore di Susanne Bier, Oscar 2011) o il dramma della disoccupazione(Departures di Yōjirō Takita, Oscar 2009).

La grande bellezza sembra uscire fuori dai cliché dei drammi umani che a Hollywood piacciono tanto, sebbene tutto il film sia un ritratto crudele dell’Italia contemporanea e quindi tragico nella sua interezza. Probabilmente la catastrofe c’è ma non si vede e questo è un grandissimo punto a favore di Sorrentino.

Partiamo da un presupposto: La grande bellezza, non è il mio film del regista campano preferito. Credo abbia girato un capolavoro come Le conseguenze dell’amore, mi sono commosso guardando L’uomo in più e L’amico di famiglia, ma questo ultimo lungometraggio mi convince meno. In realtà non mi aveva convinto neppure This must be the place, ma pensavo fosse un semplice “incidente di percorso”.

La pellicola che sicuramente domani sarà candidata all’Oscar 2014 come Miglior film straniero, la trovo inferiore alle potenzialità del suo regista: da uno che ha tirato fuori dal cilindro il personaggio di Titta Di Girolamo, mi aspetterei sempre qualcosa in più. Ciò non significa che in caso di vittoria rimarrei male, anzi: troverei però assurdo il fatto che questo film venga premiato mentre altri in passato no. Negli ultimi venti anni, il cinema italiano ha prodotto film molto più belli della pellicola di Sorrentino: basti pensare a La sconosciuta di Giuseppe Tornatore, La prima cosa bella di Paolo Virzì o La stanza del figlio di Nanni Moretti. La grande bellezza è un film che probabilmente non ho capito fino in fondo. Immagini che fanno male al cuore, una cozzaglia di personaggi sui generis molto stereotipati che danno una visione d’insieme del nostro paese tremenda. Che ci fossimo abituati a tanta bruttezza?

La mia visione del film è sicuramente diversa rispetto a tutti quelli che lo hanno e lo stanno apprezzando proprio in queste ore: a memoria, non ricordo di un film italiano premiato da qualche parte che scatenasse così tanti punti di vista diversi(forse Gomorra di Matteo Garrone premiato a Cannes?). Leggevo qualche giorno fa un interessante articolo di Beppe Severgnini sul perché sia tanto discusso in patria e tanto apprezzato all’estero: alcuni punti non mi hanno convinto molto, ma è indubbio il fatto che il film rappresenti l’idea di un paese sensuale. In questo senso è un tipo di bellezza(grande?) che difficilmente è duplicabile in qualsiasi altro stato. Una bellezza unica che sono un italiano poteva raccontare.

Non ci resta che aspettare le 14.30 di domani e ancor di più il 2 marzo, quando al Dolby Theatre di Los Angeles, verranno consegnati gli Oscar 2014. Forza Paolo Sorrentino e forza La grande bellezza: comunque la si pensi, è importante far tornare in Italia la statuetta che ormai manca da troppo tempo. Sebbene rimanga perplesso, è giusto sostenere un film del nostro paese, salendo sul carro dei(potenziali) vincitori.


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